in piazza re renzo una nuova porta guida all’ingresso e all’accesso della galleria e del cinema modernissimo.
il progetto, realizzato da marionanni, artista e scrittoredellaluce, nasce dal pensiero di creare una lanterna luminosa trasparente che attraverso i suoi vetri appositamente inclinati, a destra di 105 gradi e a sinistra di 97 gradi, ci permette di vedere riflesso tutto ciò che la circonda integrandosi armoniosamente con la piazza e dando la possibilità ai palazzi circostanti e al cielo di specchiarsi con piacere sulla superficie obliqua del vetro.
una porta che collega la città della cultura alla città stessa, offrendo la possibilità di accedere alla galleria espositiva, alla cineteca, al caffè, al teatro, alla sala cinematografica, appoggiandosi all’antica pavimentazione con modestia e rispetto del luogo.
una lanterna che unisce la luce naturale alla luce artificiale, creando una porta per tutti per entrare in un mondo nuovo, il mondo dei sogni. un’opera unica che diventa esperienza, funzionalità, comunicazione, magia, collegando la storia della nostra città e proiettandola alla contemporaneità e al futuro. un sogno per tutti.
“lodiamo i tempi antichi per imparare a vivere nel nostro futuro”
scendendo le scale in cemento armato veniamo accompagnati alla nostra sinistra da una parete colorata di rosso bologna esposta a sud est. la luce del sole si riflette sulla parete colorata come un lume primario, mentre alla nostra destra, una parete inclinata in cemento armato e rifinita in un’elegante trama tessile, ci indica la via e riceve sfumature di colore rosso attraverso la luce solare che filtra come lume secondario, creando gradazioni di colore sempre diverse e irripetibili.
a sinistra, una grande ellisse crea un affaccio sul mosaico di una villa romana che ci permette di ricondurre il nostro sguardo alla storia della città, abbracciando anche tratti originali della via emilia.
il pavimento della galleria, disegnato appositamente con sfumature di bianco, blu e nero, ci guida, da un lato, verso la galleria, e, dall’altro lato, verso la sala cinematografica come raggi luminosi fino al grande banco bar.
il bancone del bar è visto come una tela d’arte in sé, un luogo di molteplici esperienze e interazioni. la superficie diventa una piattaforma artistica per esplorare giochi di luci, ombre, prospettive, forme, colori e profondità attraverso l’uso di strati di tela sovrapposti e dipinti. questo concetto trasforma l’idea di un semplice spazio, come il fronte di un bancone bar, in un’opera, con la sua alchimia geometrica, l’evocazione e la rappresentazione riflessa di un gioco di luce naturale e luce artificiale. il lavoro artistico di un’opera di 12 metri quadrati che vive e trasforma l’ambiente attraverso le persone che la guardano, la toccano, la accarezzano, la sfiorano, la usano trasmettendo emozioni attraverso ombre e luci.
il collegamento tra quadro e pavimento si realizza attraverso una continuità di segni e prospettive che creano in continuità con lo spazio.